Io e la musica...una cosa sola. Sono sempre stata una grande appassionata di musica, sono cresciuta ai concerti delle band che ascoltavano i miei genitori e una volta adolescente non ho mai perso il "vizio" dei live. Ogni fatto accaduto, ogni periodo della mia vita, bello o brutto che fosse, è sempre stato associato a una determinata canzone o a un determinato mood. Insomma, la musica è parte del mio quotidiano.

Scrivo queste poche righe per condividere la mia playlist preferita di questo ultimo mese, quella da cui sono sempre tornata, quella che mi ha rassicurata e coccolata.
Spero che tra questi titoli possiate trovare anche voi una canzone o anche una semplice melodia che possa colpirvi in maniera particolare e farvi scoprire qualche nuova band.
Buon ascolto!
(Cliccate sui titoli delle canzoni per ascoltarle!)

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I just want to share one of my playlists, the one I listened to the most during the last month.
I really hope you will find something new and interesting between this few titles!
(click on the titles to listen to the songs!)

1) Wardruna – Odal

2) Anilah– Warrior

3) Irfan – Eternal Return

4) Trobar DeMorte – Idunn

5) Folknery – Karchata

6) Eivor – I Tokuni

7) Anilah – Medicine Chant

8) Irfan – Otkrovenie

9) Wardruna – Rotlaust Tre Fell

10) Rajna - Sanctuary




Sono davvero un'accanita lettrice e ho un certo gusto per i libri angoscianti e pieni di mistero, così il mio estro mi ha comandato di ri-immergermi nelle pagine di qualche opera di Anne Rice. 
Per coloro che non conoscono questa autrice, dirò che è principalmente nota al grande pubblico per le sue saghe riguardanti i vampiri, ma, attenzione, non vampiri alla Twilight che brillano al sole, bensì autentici eredi di Dracula che si trovano a dover affrontare vite infinte che oltrepassano le epoche e per questo a perdersi in profonde questioni esistenziali mossi, da una parte, dalla brama di uccidere e, dall'altra, dal mistero della loro esistenza.

La narrazione della Rice è come piace a me: profonda, dettagliata, seducente e storicamente accurata. Ho sempre trovato sbalorditivo il modo nel quale riesce a catturarti con la successione di eventi narrati, è un'autrice che non si risparmia, molto spesso cruda fino alla fine, ma che riesce a rendere anche l'esperienza più ripugnate con una certa eleganza stilistica.

I suoi libri ti travolgono, come fanno le onde che vogliono affogarti e che non hanno pietà delle misere vite degli uomini.
Lessi alcuni suoi libri riguardanti la saga dei vampiri anni fa (più precisamente: ''Intervista col vampiro'', ''Scelti dalle tenebre'', ''La regina dei dannati'' e ''Memnoch il diavolo''), ricordo che a quel tempo quando ancora frequentavo l'università mi trascinavo i suoi libri ovunque andassi. Ricordo che un giorno rischiai di perdere un autobus, tanto il libro aveva risucchiato la mia attenzione.

Quando leggo Anne Rice, infatti, trovo sempre che i personaggi occulti di cui parla mi scuotano l'anima e cerchino di impadronirsene: è un gioco affascinante, seducente, del quale non posso fare a meno mio malgrado.

Alla fine di un suo libro ti senti come reduce da un forte trauma, una di quelle esperienze che sai che ti segnerà a vita, ma la sensazione traumatica, in questo caso, ha un retrogusto dolce, simile a un buon vino bianco o a del miele di qualità sopraffina.

Avevo abbandonato il desiderio (o forse la tentazione?) di continuare a leggere la sua intera bibliografia, proprio a causa del dolce trauma che causano i suoi scritti, mi sembrava lo stesso trauma colpevole che presumo diano le droghe pesanti. Ma adesso credo sia giunto il momento di ricominciare. 




La mia curiosità mi spinse a cambiare saga e fu così che scelsi il primo libro della saga delle streghe di Mayfair chiamato 'L'ora delle streghe'. Quando andai a prenderlo in biblioteca mi ritrovai con un volume di più di 900 pagine, il più corposo volume di Anne Rice che avessi mai visto. E così ricominciò la mia avventura con lei, con rivelazioni scioccanti condite da minuziosi riferimenti storici e dalla profonda sensualità mista a crudeltà.

Ogni pagina è un dolce tormento che mi porta sempre più vicina alla fine, e non posso che pensare che questa sia una bellissima metafora della vita. La vita che sto vivendo dentro questo libro è meravigliosa e maledetta allo stesso tempo, ma mi porta comunque a proseguire senza sosta. Alla fine di esso mi sentirò come un alcolizzato che è nuovamente ricaduto nella trappola? 
Questo lo scoprirete nel nostro prossimo incontro.

Scar.

consumismo

/con·su·mì·ṣmo/
sostantivo maschile
    Atteggiamento volto al soddisfacimento indiscriminato di bisogni non essenziali, alieno da ideali, programmi, propositi, tipico della civiltà dei consumi.


Questo articolo è dedicato a questioni essenziali, è ispirato da ideali, vorrebbe tentare di ispirare programmi, propositi per qualsiasi tipo di 'civiltà'.
Prendiamo in esame il primo punto esposto nell'introduzione: questioni essenziali.
Vestirsi, più o meno da circa 2,5 milioni di anni a questa parte (data imprecisata che possiamo far risalire al Paleolitico, nel quale vi sono le prime apparizioni di indumenti a cui possiamo attribuire il nome di 'vestiti') , è diventata una necessità di primaria importanza per il genere umano.
Da quell'epoca possiamo immaginare che l'umanità abbia prodotto quantità abnormi di vestiti, con materiali più o meno comodi, per gli usi più disparati.
Ora, però,siamo nel 2017 e ogni anno, in barba al fatto che dal paleolitico l'uomo ha fatto passi da gigante nei confronti di questo problema, si ripresenta puntuale come un orologio il problema del doversi vestire.
Il tempo passa e la piaga biblica del trovare un indumento che soddisfi le nostre ideali immagini di noi stessi ci assilla, vaga nelle nostre menti e di conseguenza le nostre menti ci ordinano di vagare per molti negozi, siti web, centri commerciali per poter realizzare il nostro più profondo desiderio di coprirci nell'esatto modo in cui vorremmo.
Ma noi abbiamo detto 'basta!' a tale circolo vizioso!
Come delle vere 'Alternative' abbiamo cercato e voluto cercare delle alternative.

Le ragioni che ci hanno portato su questa strada sono molte, ma in particolar modo vorremmo ricordarne alcune:

1. Siamo delle abbraccia-alberi incallite e siamo consapevoli che l'industria consumistica del tessile (oltre ad avere pesanti costi sociali, di sfruttamento del lavoro minorile e non) è la seconda industria più inquinante al mondo dopo il settore petrolifero.
Negli ultimi vent'anni l'industria tessile, seguendo il modello consumistico, si è interessata al fenomeno del 'fast fashion', ovvero produrre sempre più vestiti, con una frequenza sempre maggiore, a costi sempre più ridotti.
Per abbattere i costi la produzione dei vestiti viene delocalizzata in paesi in via di sviluppo (Cambogia, Vietnam, India, Cina, solo per citare alcuni esempi) senza tenere conto di nessun limite ambientale.
Per produrre la fibra tessile (per esempio la pianta del cotone) più velocemente vengono usati ingenti dosi di pesticidi e le acque tossiche che vengono usate per il trattamento o la tintura dei prodotti vengono sversate direttamente nell'ambiente, nei fiumi, nelle coltivazioni che a loro volta danno da mangiare alla popolazione locale e a noi (in quanto moltissima frutta e verdura viene importata dall'estero); in pratica nelle nostre tavole vi è il rischio che arrivi veleno.






2. La politica del 'Fast Fashion' sfrutta il malcontento delle persone: sei senza un lavoro stabile? Sei frustrato\a perchè non riesci a guadagnare abbastanza per permetterti una casa? Hai finito gli studi e ti sei accorto\a di aver sbagliato tutto e vorresti ricominciare tutto da zero, ma non hai ne tempo ne soldi? Beh, puoi affogare il tuo malcontento comprando fantastiche magliette all'ultima moda a soli 5 euro e sembrare veramente più figo! Chiunque riesce a spendere 5 euro! Pure tu che sei un poveraccio!

3. Inoltre quei 5 euro spesi ti regaleranno l'effimera ebrezza di dimenticare i tuoi problemi per un attimo, perchè, ehi! Ora hai una bellissima maglietta nuova, comprata ad un prezzo ridicolo, esattamente come piace a te, o esattamente come quella che hai visto indossare dal bellissimo\a modello\a in vetrina!
Tutto è così bello ed esaltante!
Ma dopo quei pochi attimi passati a cuor leggero i problemi torneranno, saranno più pesanti da sopportare e quella sola maglietta non basterà più.


Come cercare una soluzione a tutte queste vagonate di desolazione?
Dal canto nostro possiamo dire che siamo state (e forse siamo ancora) vittime e allo stesso tempo artefici della pratica consumistica, lo ammettiamo, anche noi abbiamo comprato fantastiche magliette a 5 euro per affogare i nostri malcontenti.
Ma ora pensiamo di aver trovato un modo per prendere due piccioni con una fava e risolvere la faccenda senza per forza sfruttare bambini vietnamiti, inquinare il Gange e avvelenare i pompelmi.
Ci piace chiamarla 'Slow Fashion', cioè una moda lenta.
Come i bradipi.
Chi non vorrebbe essere un bradipo?

La nostra proposta si articola in due principali canali:

1. COMPRARE VESTITI USATI.

Noi compriamo e vendiamo all'usato un sacco di vestiti. Questo permette non solo di avere la possibilità di comprare vestiti diversi senza incrementare il sistema consumistico, ma ci permette di non buttare nella spazzatura vestiti ancora utilizzabili e magari guadagnarci pure qualcosa! La soluzione della compravendita dell'usato permette di non incentivare un mercato poco attento alla problematica ambientale e di dare uno scossone ad un sistema che per aumentare i profitti cerca di risparmiare sulla sicurezza ambientale e sulla salute dei lavoratori (e anche la nostra).









2. ORGANIZZARE 'SWAP PARTY'.
Siete tristi e infelici delle vostre vite, e siete pure poveri e quindi non avete i soldi per uscire a fare bisboccia?
Allora organizzate un fantastico 'swap party'!
Prendete una stanza (va bene pure camera vostra) preparate tè e biscottini, invitate i vostri amici dicendo di portare vestiti\scarpe\borse\qualsiasi cosa che non usano più, che siano in buone condizioni e di cui vorrebbero sbarazzarsi e organizzate un interscambio di qualsiasi cosa GRATIS.
E oltre ad essere GRATIS vi possiamo assicurare che l'umore migliorerà, in quanto potrete sfogarvi con i vostri amici sui vostri problemi esistenziali e scoprire che infondo non siete poi così soli.
Ma in compenso potrete ricevere vestiti\scarpe\abiti GRATIS.
E mangiare ingenti quantità di tè e biscottini in compagnia.




Per questi motivi per noi vere 'Alternative' è importante cercare di cambiare le nostre abitudini.
Per noi, per voi, e per gli alberi che ci piace tanto abbracciare.
Crediamo di poter cambiare il mondo?
No, pensiamo solamente di migliorare le nostre piccole esistenze, sentendoci in qualche modo meglio con noi stesse. Lo trovate davvero così sbagliato?

Per concludere vi riportiamo una definizione che, opposta a quella che trovata all'inizio, ci sembra più carina:

riuso
Il riuso va inteso come un'alternativa al concetto dell'usa e getta. Esso si attua quando le funzioni per cui è stato creato l'oggetto sono riviste alla luce di un suo nuovo ed originale utilizzo.

Tra i vantaggi noti del riuso abbiamo:
  • Risparmi nell'acquisto di materie prime,
  • risparmi nello stoccaggio dei rifiuti,
  • risparmi energetico per la produzione del sostituto e
  • risparmi per il conferimento e smaltimento in discarica,
  • emersione di quote di lavoratori oggi marginalizzati .
Il riuso può anche essere sfruttato a scopi di tipo terapeutico/riabilitativo.
Il riuso sposta lo sviluppo e la crescita su settori che non aumentano l'incremento delle merci, senza negare lo sviluppo.
Il riuso permette di creare strutture abitative o complementi di arredo a costi contenuti per le persone più bisognose. (fonte: wikipedia)




Non perdetevi i prossimi articoli sulle molte altre sfaccettature del riuso!
A presto!
Scar.










Kaili con i suoi lavori e grazie ai giochi di colore dei suoi disegni riesce a trasmettere Tanto; un 'tanto' con la T maiuscola in quanto in esso rientra una mescolanza di forti emozioni: precisione, occhio al dettaglio, passione, poesia.
Grazie alla sua arte ci ha stregata e lasciata a bocca aperta, i suoi disegni sono un mondo di sfumature da esplorare.
Scoprite di più su di lei, lasciatevi sedurre...

D: Ciao! Raccontaci un po' di te.

R: Ciao! :) Sono Martina (o Kaili se preferite), vivo a San Donato Milanese e sono una grande appassionata di disegno e di colore. Dopo anni di liceo artistico e di Scuola Internazionale di Comics a Brescia, lavoro come colorista digitale per un fumetto in collaborazione con due miei amici. Nel corso di questi mesi ho collaborato con la McGuffin Comics, pubblicando nel loro volume "Il Cimitero degli Amori Perduti" cinque tavole disegnate e inchiostrate da me.
Nel tempo libero lavoro come illustratrice freelance, disegnando fanart di personaggi di videogiochi e non o figure principalmente femminili. 





D: Come ti definiresti tu nei confronti della tua arte?

R: Uhm, è una domanda difficile. Cerco sempre di esprimere me stessa principalmente tramite i colori (che io reputo la parte più importante perché dà anima al disegno), e, anche quando non sono pienamente soddisfatta del risultato finale, do sempre il meglio di me. Sono meticolosa e stacanovista, posso lavorare per ore e ore estraniandomi da tutto il resto e... amo complicarmi la vita! 
Ho cominciato a colorare e disegnare fin da quando ero piccolissima, l'arte è tutto il mio mondo. Avere una matita in mano (o la penna della tavola grafica ahah) è la mia fonte di felicità, la mia vita. 
So che devo ancora migliorare in tante cose, ma è anche vero che sono disposta a tutto pur di arricchire le mie conoscenze.






D: Cosa vorresti esprimere attraverso i tuoi lavori?

R: Vorrei trasmettere, attraverso i miei lavori, tutto l'amore che provo verso ciò che faccio. Generalmente non sono una persona espansiva e brava nell'esprimere i miei sentimenti (sigh), ma molte persone mi hanno fatto notare che riesco a farlo attraverso i miei disegni. Vorrei esprimere tutto ciò che le mie parole non riescono a dire, tutto il mio essere che viene represso per le mie insicurezze. Vorrei affascinare chi guarda i miei lavori con i colori che ho scelto, con le composizioni dei vari elementi che ho usato per una determinata illustrazione. Vorrei che le persone notassero la mia crescita insieme ai miei lavori.


D: C'è stato un momento della tua vita che ha influito maggiormente sul tuo essere artista?

R: Oddio, anche questa è una domanda difficile! Credo ci siano stati più momenti che hanno influito sul mio essere artista, nel corso della mia vita. All'asilo volevo diventare assolutamente una pittrice, ma è stato alle elementari che mi sono appassionata ai fumetti, scarabocchiando storie sconclusionate. Allora non ero ancora sicura di voler diventare una fumettista completa a 360°, credo che la scintilla si sia accesa all'ultimo anno del liceo, quando le professoresse portarono me e la mia classe ai vari stand di numerose Università o Accademie d'Arte. Lì ci fu una specie di rivelazione: dopo svariati anni a pensare a cosa avrei potuto fare, improvvisamente volevo a tutti i costi diventare una fumettista. Quel momento ha cambiato la mia vita, da allora non facevo altro che scarabocchiare di nuovo tavole su tavole (non fatte proprio bene, ma l'importante per me era divertirmi!). 
Durante i miei tre anni alla Scuola di Comics, cominciai a rivalutare l'importanza del colore sui miei disegni. Insomma, ho avuto molti momenti di confusione, ma alla fine sono riuscita a capire cosa voglio fare veramente nella mia vita.


D: Quali sono le tue influenze? A cosa ti ispiri?

R: Nel mondo dei coloristi digitali da cui traggo -o almeno cerco- di trarre ispirazione sono Paolo Barbieri, Barbara Canepa, Mirka Andolfo e Giacomo Bevilacqua. Spesso mi soffermo tantissimo su alcune vignette e/o illustrazioni per i loro colori e... mi innamoro ogni volta.
Per il mio modo di disegnare non ho qualcuno a cui ispirarmi in particolare. Diciamo che cerco di creare uno stile tutto mio, ma sempre guardicchiando di qua e di là! Al liceo mi sono ispirata molto allo stile Liberty, credo che la mia professoressa di disegno mi abbia un po' odiata!







D: Con quale tecnica o in quale ambito senti di esprimerti meglio?

R: Attraverso le mie illustrazioni e le colorazioni digitali che uso per i fumetti. 
Per le illustrazioni adoro usare come base la matita e passarci sopra i colori digitali. E' una specie di tecnica mista, infatti per questo genere di illustrazione cerco sempre di non abbondare con i colori, preferendo qualcosa di più semplice.
Coi lavori prettamente digitali è tutta un'altra storia, uso così tanti colori diversi che a volte Paint Tool SAI si arrabbia con me e si blocca.


D: Che messaggio manderesti ai tuoi fan?

R: Sicuramente direi a loro di non abbandonare i propri sogni. In qualsiasi cosa nulla è facile, ma è solo grazie alla propria determinazione (aggiungerei anche tanta pazienza ahah) e passione che si raggiungono i risultati più belli! 
Prendete le critiche come qualcosa di costruttivo per voi stessi, anche se possono farvi male. E' un modo per migliorarsi, per crescere e ampliare i propri orizzonti, l'importante è non perdere la fiducia nelle proprie capacità. L'arte ci accompagna per tutta la vita, cresce insieme a noi diventando una parte importante della nostra esistenza. Va nutrita e accudita, ma mai abbandonata. 


Potete trovare Kaili anche su Facebook (qui) e Deviantart (qui).



Alla prossima!
Scar&Scarlett.





Chou à la Clem is a French artist who really impressed us, especially for the way she mixes fashion and witchcraft in her BEAUTIFUL drawings!
 Her drawings are like her name: sweet, lovely... but powerful (like heavy metal! We also love it!). Find more about this girl who loves magic, cats and girl power here:





    Q: Hi! Tell us something about you. 

    A: Hi guys ! My name is Clémence, but I'm working in the Internet shadows with the code name of Chou à la Clem (which is basically a bad joke between my surname and a pastry name...).
    In the real life, I'm a french graphic design student based in Nantes (France), but I also studied fashion marketing in UK for a little while.
    My main interests in life are of course graphic design and illustration, but also fashion and heavy metal. And cats. And pizza.

    Q: How do you feel about your art? How would you describe it?

    A: I wouldn't call myself an artist or an illustrator yet because I'm still learning (I guess we all do during our whole life, but self-teaching and studies... ya know what I mean). As you can see, I'm not a very self-confident person, uh. But I think my art in general is a mix between my graphic design skills and my passion for illustration. My heart always balanced between both. Otherwise, people sometimes use to tell me that my female characters convey something strong. I like the idea.




    Q:What would you like to express with you works? 

    A: As you can guess from my previous answer, I really like to draw strong and badass female characters. Feminism and girl power are something I want to convey through my drawings.
    But talking more generally, when I draw a full illustration, I often try to put a message and a story behind it throught little details and (long) captions. I have issues to draw "just to draw", without intellectualize everything haha. And I feel so happy when somebody comments on my work saying they understood my message, or they were able to imagine a story with it !

    Q:  Was there a moment in your life that deeply influenced your way of being an artist?

    A: Well, my mom is a graphic designer and an illustrator herself. So I assume she has something to do with all that arty stuff in me.
    But I believe that my early teen years were an important part of my "artist life" (If I can call it like that). That's when I really started to draw seriously.
    I was what psychologists call a "precocious child" : I was in school with people all several years older than me, I was lonely and hypersensitive, with the head full of ideas and emotions.
    I guess drawing and playing music became a way to evacuate all of that, to not explode, and eventually change it into stories.





    Q: What does inspire you? where do you take your inspiration from?

    A: As I mentioned before, strong women and girl power stuff is a thing I clearly like to draw. But in a more general way, I'm very inspired by vintage vibes and past american glory. I'm also interested in magic, esoterism and witchcraft, anything about other cultures (native american, nordic, arabian, african...) and... well I grew up with mangas and animes so Japanese culture has a good position in my Top 10 inspirations.

    Q: What kind of technique do you use and which is your favourite to work with?

    A: I may use watercolor, ink or color pencil sometimes, but my main tools are my Wacom tablet and Photoshop. Drawing digitally allow you to do more experimentations with the possibility to go back to the previous version if you do a mistake, so this is very convenient.
    However, when I just need to relax, I prefer to grab a pencil and draw on the paper of my sketchbook : it feels way more natural to me.

    Q: Any last word for your fans?

    A: I hope I didn't bore you too much. Thanks to anybody who support me and take the time to look at my work ! A big thanks to Scar and Scarlett for this interview (Oh and I freakin love your style by the way !).

You can find Chou à la Clem on Facebook (here), Instagram (here) and Tumblr (here)
If you want to buy something from her have a look HERE.










































































We run into Missmuggle's blog on Tumblr few weeks ago and we immediately thought her 'comic' style suited our fresh idea of young witches.
She is a young Brazilian student, she is funny and mad about Power Puff Girls (isn't it great??).

Here what she told us about her art:









Q: Hello! Tell us something about you.

A: Hello Fullmooncoven! My name is Ana Flávia and I'm an aspiring art student from Brazil! Currently I only study and do commissions on the side, but hopefully I'll be working with art more and more as the years go by!

Q: How do you feel about your art? How would you describe it?

A: I guess the best way I could define my art is "a mish mash of things I like", since that's essentially what it is, and that reflects a lot on my style, which I think is not very defined yet and tends to vary a lot. I feel like there's still a lot of room for improvement and as for right now I'm trying to achieve that!











Q: What would you like to express with you works? 

A: I think what I'd like to reflect the things I like in general through my body of work (which is mostly consistent of fan art, but I'm slowly trying to change that!). I guess it'd like my art to be more reflective of people and things I find interesting, but I'm still far from being able to do just that.

Q: Was there a moment in your life that deeply influenced your way of being an artist? 

A: Haha, ok, don't laugh, but I think I decided to be an artist when I saw The Power Puff Girls for the first time, I just felt like drawing and hoped I'd never stop! I still have tons of my grandma's old sewing books where I used to draw them nonstop!

Q: What does inspire you? where do you take your inspiration from?

A: Fashion, people I see while I'm walking around my college campus, conversations between random people, pretty much everything I can consume I try to reflect on what I'm drawing and somehow give back the information I'm taking from the world!








Q: What kind of technique do you use and which is your favourite to work with?

A: I mostly do digital art and starting to take baby steps towards more traditional media(since the materials are very expensive in general, but specially where I live). If I have to pick one, drawing with my tablet on SAI is the way I enjoy making art the most!

Q: any last word for your fans?

A: Do I have them?! Ha, that'd be sweet! Just and in general thank you to everybody that has supported me and my work so far in any way they can and a special thanks to your blog for my very first interview!



You can find Missmuggle on Tumblr (HERE) and on Instagram (HERE).

Bye!

Scar&Scarlett.